Cannes, Sean Penn e Sorrentino volano verso il palmarès

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    Sabato 21 Maggio 2011

    Cannes, Sean Penn e Sorrentino
    volano verso il palmarès, domani i verdetti

    Entusiama "This must be the place" del regista italiano
    E Habemus Papam di Moretti travolge il mercato


    dal nostro inviato Gloria Satta

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    ROMA - Sean Penn, rockstar depressa con rossetto e parrucca, potrebbe trascinare l’Italia nel palmarès di Cannes 2011. I premi del 64mo Festival verranno consegnati domani sera e molti sono pronti a scommettere su «This must be the place», il film che Paolo Sorrentino ha girato in America con l’attore titolare di due Oscar.

    Ovazioni in sala, critici incantati. «E’ l’opera migliore del concorso», dice tra i tanti Alain Spira di Paris Match. Il derby Sorrentino-Moretti, che appassiona gli italiani e non solo, per il momento vede in testa il regista napoletano che ha scompigliato i pronostici fino a ieri concentrati sul monumentale poema di Malick «The Tree of Life», su «Le Havre», applaudita favola sull’immigrazione firmata Kaurismaki, su «Le gamin au vélo» dei Dardenne che grazie a Dio hanno scoperto il lieto fine, sull’incantevole film muto «The Artist» di Hazanavicius.

    Secondo i boatos della Croisette, Nanni con il suo «Habemus Papam» dovrebbe accontentarsi di aver convinto la stampa internazionale (a parte la stroncatura di Variety) e di aver travolto il mercato: sono già trentasei i Paesi che distribuiranno nelle sale la storia del papa smarrito interpretato da Michel Piccoli, lo sfidante più pericoloso di Penn nella corsa al premio per il miglior attore. Chi la spunterà nel duello italiano? «Sarebbe bellissimo poter tornare sulla Croisette a festeggiare», sorride Penn, che con innocenza e ironia un po’ grottesca interpreta un personaggio già di culto, impegnato nella ricerca dell’aguzzino nazista del padre.

    «Ma se vinceremo o meno, dipende dagli umori della giuria: ne so qualcosa, visto che l’ho guidata nel 2008. E’ già un risultato magnifico essere qui, nella grande famiglia del Festival che quest’anno ha tenuto altissima la barra della qualità». Quanto alla rockstar Cheyenne, un personaggio tra Renato Zero e Alice Cooper, l’attore dice di averlo fatto suo con facilità: «Si porta dentro il senso di vendetta degli americani, basta guardare come hanno reagito alla morte di Bin Laden».

    Sean Penn versus Michel Piccoli, i segreti del Vaticano contro una storia ambientata nell’America profonda. Due film molto diversi, due registi a confronto, due concezioni estetiche agli antipodi. Rigoroso Moretti, visionario Sorrentino. E’ ad alta tensione, il derby cinematografico dell’anno. Rispettivamente 57 e 41 anni, «les italiens» di Cannes 2011 hanno in comune il fatto di essere coccolatissimi dai francesi e di dovere molto al Festival. Era il 1978 quando Nanni esordiva sulla Croisette con «Ecce bombo», il 1994 quando vinceva il premio per la regia di «Caro Diario» e il 2000 quando si portava a casa la Palma d’oro dopo aver fatto piangere tutti con «La stanza del figlio».

    Paolo è stato invitato in concorso quattro volte e nel 2008 ha vinto il premio della giuria con «Il Divo». Entrambi sono competitivi ai massimi livelli. Moretti, soprattutto, non sopporta di perdere. Rivali sul lavoro, in pubblico optano per il fair play. «Nanni mi ha invitato all’anteprima di Habemus Papam, un film che ho adorato», dice Sorrentino, che nel Caimano ha interpretato un piccolo ruolo. Opposti anche il look e gli stili di vita: ultraclassico Moretti con sempiterna Lacoste e mocassini, decisamente più trendy Paolo che sfoggia l’orecchino.

    A Cannes, i due italiens hanno scelto di festeggiare nello stesso locale, il Chéri Chéri. Moretti si è scatenato nelle danze, salvo poi risentirsi quando sono uscite le foto della sua notte festaiola: un contrappasso insopportabile, per uno che ha costruito una carriera negandosi alla stampa («mi si nota di più se vengo e non parlo con nessuno...», diceva un suo personaggio) e tenendo ossessivamente segreta la propria vita privata. Sorrentino sulla Croisette non si è fatto mancare un evento mondano, passando da una cena a un charity. Era pure al gala dell’Amfar, al tavolo di Armani.

    In attesa del palmarès, trepidano anche le candidate al premio per la migliore attrice: in prima linea Tilda Swinton, la mamma incapace di amare di «We need to talk abour Kevin», e Cécile de France, che nel film dei Dardenne ama un figlio non suo. Dopo la cacciata di Lars Von Trier per le sue scemenze antisemite, difficile aspettarsi riconoscimenti a «Melancholia». Le due protagoniste Kirsten Dunst e Charlotte Gainsbourg, che speravano in un premio, sarebbero furibonde con il regista. Come non capirle.

    ilmessaggero.it
     
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